“A Berlusconi ho detto no. Oddio!”. Questo il titolo del racconto di Paolo Marcheschi, oggi Consigliere regionale del PdL, che in una settantina di pagine fissa nero su bianco la giornata ad Arcore che lo ha segnato per sempre.
“Tranquilli – rassicura ironicamente il consigliere Marcheschi – nessuna velleità da scrittore. Solo la voglia, dopo 12 anni, di rendere pubblico il racconto di una mia giornata particolare ad Arcore, in visita da Silvio Berlusconi che ha cambiato la mia vita e forse il corso della storia della politica nel nostro paese.
Racconto la storia di una battaglia vinta e di una guerra persa. La mia personale battaglia contro il niet alla mia candidatura alle regionali del Coordinamento Regionale Toscano di Forza Italia e di Verdini (che inizia proprio dopo quell’incontro ad Arcore la sua scalata al potere del Partito); la mia guerra contro una politica lontana dalle persone, dalla società civile e dal territorio. Un mix di serio e faceto – spiega l’esponente del PdL toscano – tra gag con amici e battute, e retroscena di un modo oligarchico di fare Politica delle segreterie”.
“Per scrivere il Futuro, impariamo dal Passato – dichiara Marcheschi – i Partiti hanno gli stessi vizi di 15 anni fa, anzi peggio: con i listini bloccati si impedisce la partecipazione spontanea e si sceglie gli eletti con criteri ampiamente discutibili. I parlamenti di ‘cooptati e nominati’ hanno fallito e hanno generato un pericoloso distacco degli elettori.
Il fatto che io sia un ‘miracolato del listino’ – conclude Marcheschi – mi sta stretto e mi ha convinto ancora di più a rilanciare la necessità di nuove regole per la rappresentanza e la partecipazione ai partiti.
Se per la Costituzione la politica devono farla i partiti, ci vuol coraggio per riscrivere le regole. Se ancora cambiare si può, la battaglia va fatta adesso o mai più. La mia riprende da qui!”
Tratto da Gonews.it