Candidatura a Sindaco di Firenze: vi spiego perché ho fatto un passo indietro

18 Apr2019

“Ciao Paolo, non ce l’abbiamo fatta. Firenze va alla Lega. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto…”

Giorgia Meloni

Quando due mesi fa iniziai la mia corsa alle amministrative di Firenze, misi in chiaro fin da subito la disponibilità a essere il candidato di tutto il centrodestra, ma anche la volontà di farmi da parte qualora si fossero presentate candidature, in grado di aggregare mondi differenti e di avere chance di vittoria maggiori della mia. Il tavolo nazionale ha scelto che Firenze debba andare alla Lega e così il candidato sarà Ubaldo Bocci.

Chi mi conosce, sa che il mio amore per Firenze è troppo grande per subordinarlo a manie di protagonismo che rischierebbero di compromettere l’unica cosa che davvero conta: garantire un futuro migliore a questa città. Sarebbe ipocrita negare che sarei stato onorato e orgoglioso di correre fino in fondo per essere Sindaco, ma questa è una sfida che possiamo vincere solo insieme, convogliando tutte le forze del centro-destra verso un obiettivo comune.

È dunque con spirito di squadra e senso del dovere che metto a disposizione di Ubaldo Bocci, il lavoro svolto giorno per giorno, persona dopo persona, in questi due mesi esaltanti.

Ringrazio i miei leader nazionali Giorgia Meloni e Guido Crosetto che mi hanno apertamente sostenuto e particolarmente onorato per il loro esplicito e non scontato sostegno. Ma devo soprattutto ringraziare chi in questi mesi è stato al mio fianco, sostenendomi e spronandomi e credendo in me come possibile Sindaco della nostra Firenze.

A loro dico che i nostri sforzi non sono stati vani, anzi. Oggi, grazie all’attività che abbiamo svolto con largo anticipo, consegniamo alla coalizione una serie di proposte frutto dell’incontro, dell’ascolto e del confronto con tanti Fiorentini desiderosi di costruire una Firenze migliore. E proprio quell’entusiasmo che ho trovato attorno alla mia candidatura e alle nostre proposte, mi spinge ad assicurarvi che non mi fermerò certo adesso, e a chiedervi di fare altrettanto.

La vera partita, infatti, inizia ora, e io sarò in prima linea come sempre per dare il mio contributo.
La mia storia politica dice che si possono accettare sconfitte, ma non inciuci o accordicchi. Continuerò a impegnarmi senza ruoli e senza alcuna poltrona concordata, con il mio solito modo di fare politica senza equivoci o compromessi e senza fare sconti a nessuno. Non è importante che Marcheschi perda una battaglia, ma che Firenze vinca.

Con lo stesso spirito di sempre, vivrò questi 50 giorni che ci separano dal voto per battere il territorio in lungo e in largo e spiegare ai cittadini che costruire una Firenze più bella, più sicura, più moderna, stavolta è possibile. Questo è l’unico modo per liberarci di una sinistra che da anni zavorra la nostra città, che governa per i propri tornaconti a discapito del bene comune, che da Firenze ci ha fatto diventare “FiRenzina”.

Il 26 Maggio, riprendiamoci la nostra città, riprendiamoci Firenze!

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