Hanno avuto 10 anni, Domenici e Martini, i due rampolli cresciuti nel periodo del Niet di Ochetto (1989), per riscattare le ipoteche messe sul futuro di Firenze dall’ ex numero 1 del Pci. Ma hanno sbagliato tutto ciò che si poteva sbagliare.
Una lunga serie di opere pubbliche inutili e costose caratterizzano i loro due mandati politici arrivati ormai a fine corsa.
Alla luce però dei nuovi eventi su Castello emerge un tira e molla, un continuo gioco delle parti tra Comune-Provincia-Regione che mette in evidenza un potere, una forma, uno stile di rapporti tra scelte politiche e interessi privati dove è legittimo chiedersi, se tutti gli errori fatti in materia di urbanistica siano solo il frutto di incompetenza e inadeguatezza di una classe dirigente oppure il frutto di altre volontà distanti dagli interessi pubblici.
La sinistra sotto le macerie di Castello
24 Feb2015