La proposta di legge presentata dalla Giunta sull’edilizia residenziale pubblica non fornisce una visione definita per la salvaguardia della coesione sociale e non supera l’equazione case popolari = periferie degradate, ghetti. Il quadro del patrimonio abitativo sociale è desolante in Toscana, le case sono le stesse del periodo pre-crisi ma i poveri sono raddoppiati (Rapporto Osservatorio sociale regionale 2018). E’ la solita legge “cerchiobottista” che genera conflittualità tra poveri vecchi e nuovi: tra anziani e giovani, italiani e immigrati, persone sane e portatori di handicap.
Le nuove povertà sono totalmente escluse dalla politica abitativa della Regione. Mi riferisco a famiglie monoreddito (il 43% delle famiglie tradizionali può contare soltanto su uno stipendio), giovani laureati precari, famiglie al cui interno c’è una sola persona che percepisce una pensione, famiglie con titolo di studio basso, padri e madri separati o divorziati con figli a carico, famiglie monogenitoriali.
Il giro di vite annunciato è caduto nel vuoto. I condannati non sono stati esclusi dall’assegnazione delle case popolari. Le persone con condanne sotto i 5 anni (furto, violazione domicilio, violenza privata, corruzione, frode, evasione) potranno entrare nelle graduatorie, Nardella e il Pd avevano annunciato una “bomba” è invece scoppiato un “petardo”.
Con Fratelli d’Italia vogliamo superare la marginalità e quartieri urbani trasformati in “banlieue”, in ghetti, vogliamo zone di edilizia residenziale pubblica in cui si torni ad una convivenza civile e dignitosa. Scegliamo di stare con i nuovi poveri, italiani e onesti.