CRISI DEI RIFIUTI IN TOSCANA
“Efficienza o Commissario”
Conclusa l’inchiesta del Cosiglio regionale
Tratto da La Nazione, 31_01_10
di Luciano Salvatore
Un nuovo piano regionale dei rifiuti, valido per tutta la Toscana, che preveda anche impianti per il recupero di energia e non solo di materie; l’ulteriore cancellazione degli Ambiti territoriali ottimali (erano dieci, sono diventati tre, ma dovrebbero ridursi a uno); e, se tutto questo non dovesse essere sufficiente, la nomina di uno o più commissari regionali per stroncare il protrarsi di inerzie e inefficienze e risparmiare l’invio del solito super-Bertolaso. Sono le indicazioni che la commissione d’inchiesta del Consilgio regionale, presieduta da Paolo Marcheschi (Fi-Pdl), ha approvato nell’atto conclusivo dei suoi ventuno mesi di lavoro trascorsi fra raccolta certosina e analisi dei dati, sedici audizioni compresa quella dell’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini, dieci sopralluoghi agli impianti di stoccaggio e trattamento dell’immondizia.
Il documento, che sarà presentato all’ultima tornata del Consiglio regionale il 9 e 10 febbraio, è stato sottoscrito all’unanimità dai commissari che sembrano così aver deposto d’incanto le rispettive ideologie ambientali, oltretutto a campagna elettorale già iniziata: esponenti di Pdl, Pd, Psi, Allenaza federalista, Sinistra e Libertà, Rifondazione e Verdi hanno condiviso l’elenco delle criticità, burocratiche e industriali, e la proposta delle soluzioni possibili per scongiurare insieme l’emergenza del servizio e un aggravio sconsiderato delle tariffe. “Il risultato non era scontato – ha ammesso il vicepresidente Ardelio Pellegrinotti (Pd), abbiamo agito con onestà intellettuale, e il presidente Marcheschi con tenacia e caparbietà”.
“Per i rifiuti il tempo sta per scadere – sottolinea Paolo Marcheschi. Dobbiamo superare la frammentazione burocratica che deresponsabiliza troppi soggetti che fanno parte del ciclo. In altre Regioni, come la Campania, è stato necessario l’intervento di Bertolaso per fare gli impianti, cosa da evitare in una regione come la nostra dove i toscani hanno grande sensibiltà ambientale. Sono soddisfatto del lavoro che le parti politiche hanno svolto in commissione: tutti abbiamo fatto un passo indietro sfrondando il dibattito dalle ideologie. Basandoci sui dati e sui fatti, siamo arrivati ad alcune certezze su cui impostare con determinazione le prossime azioni: riduzione a monte della produzione dei rifiuti; promozione e sviluppo del mercato del riciclo e del riuso, che consenta di raggiungere gli obiettivi europei, possibili con una raccolta differenziata di qualità; realizzazione di tutti gli impianti necessari, compresi quelli di recupero dell’energia”.
Una via condivisa ora è indicata al prossimo governatore, che sia Enrico Rossi o Monica Faenzi. La Toscana smaltisce ancora il 55% di 2,5 milioni di tonnellate annue di rifiuti nelle discariche che restano aperte in regime di proroga e che comunque esauriranno le loro capacità entro il 2011. La raccolta differenziata è aumentata ma è lontana dagli obiettivi così come dalla garanzia di un effettivo riciclo delle materie; gli 8 termovalorizzatori sono gravemente insufficienti. Ed è difficile immaginare una qualità “toscana” dei servizi e una tariffazione omogenea se si considera ad esempio che l’igiene urbana è affidata a una galassia di 38 aziende e alle attività “in economia di 23 Comuni.