Nardella, l’Attila del verde pubblico fiorentino

09 Mar2019
albero fobia

Se avessero speso soldi in adeguata manutenzione adesso non avrebbero dovuto abbattere e ripiantare

A Firenze si sta consumando uno sterminio di alberi, un abbattimento sistematico. Nardella passerà alla storia cittadina come l’“Attila” del verde pubblico. Nardella sta cambiando il volto di Firenze: la sua è una crociata contro il verde e il decoro, da Porta al Prato ai viali di circonvallazione. Se avessero speso soldi in adeguata manutenzione adesso non avrebbero dovuto abbattere e ripiantare. Inoltre la politica del ferro ha piegato sull’altare della tramvia la conservazione del verde. Vari agronomi interpellati dai comitati cittadini mettono in dubbio le perizie del Comune, secondo tali agronomi le motivazioni di tutela della sicurezza, addotte da Palazzo Vecchio per alberi che considerano “malati”, sarebbero in larga misura strumentalizzate e distorte.

I tecnici ci dicono che le mortalità dovute al crollo di alberi sono fortunatamente ancora un dato non allarmante. C’è scritto perfino nelle linee guida per il governo sostenibile del verde urbano del Ministero dell’ambiente. Ci sono meno di 10 morti all’anno per caduta di alberi, a fronte di 10 morti al giorno per incidenti stradali. Ci sono anche dati certi sulla mortalità connessa al particolato: 91.000 morti premature ogni anno per inquinamento atmosferico (comitato per lo sviluppo del verde pubblico, 2018).

Un albero giovane e appena piantato, sempre ammesso che attecchisca, non sarà all’altezza dell’albero abbattuto se non dopo decenni. Un albero maturo assorbe inquinanti circa 70 volte più di un albero giovane. Spesso i sempreverdi vengono sostituiti con caducifoglie, assolutamente non equiparabili per servizi ecosistemici resi. In un momento in cui il bisogno di soluzioni efficaci per contrastare gli inquinanti è massimo (l’estate è alle porte e l’inquinamento è in costante aumento) si assiste ad un deliberato attacco all’ambiente mascherato da soluzione strategica per la difesa dagli attacchi climatici.

Un danno ambientale ma anche di immagine identificativa. Luoghi di elevato pregio artistico culturale e storico stanno per essere annientati (come i viali del Poggi).

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