
C’è una ferita da rimarginare visto che negli anni c’è stata una dimenticanza dolosa e non colposa della storiografia e della cultura di Sinistra, che è arrivata al negazionismo degli eccidi compiuti dai partigiani titini. Le cerimonie e celebrazioni delle vittime delle Foibe non dovrebbero essere soltanto riconoscimenti dovuti ma sentiti. Spesso la Sinistra ha classificato morti di serie A e serie B, relegando in un angolo le vittime delle Foibe. Soprattutto alle cerimonie non seguono poi fatti concreti.
La legge sull’assegnazione delle case ai profughi istriano-dalmati era un legge nazionale che nel ‘93 dava diritti a chi aveva subito l’esodo. Avevano l’assegnazione delle case in affitto e poi la possibilità di poterle acquistare. La Regione Toscana ha fatto una legge regionale solo nel 2005, nel frattempo una generazione di istriano-dalmati si è persa. E visto che non sono diritti che si tramandano, i figli di molti profughi nel frattempo hanno perso il diritto alla casa. Dal 2005 alcuni comuni hanno fatto bandi per l’assegnazione agli istriano-dalmati altri comuni invece, come quello di Firenze, si sono opposti. Una discriminazione ideologica nei fatti dunque.
La vergogna del Comune di Firenze è non aver poi dedicato un monumento, un guardino, un cippo ai martiri delle Foibe. Soltanto dopo insistenze del Centrodestra ha intitolato “Largo martiri delle Foibe”, che in verità è un parcheggio, da un anno persino cantierizzato. Nessuna targa dove poter andare a recitare una preghiera per quelle vittime dell’odio del comunismo slavo.