02 Lug2020
Giani, oltre alle donne, disonora l’istituzione del Consiglio regionale. Non è più imparziale e non può più ricoprire il ruolo di Presidente.
Il Presidente Eugenio Giani è ormai inadeguato ad esercitare il ruolo di garante dell’istituzione del Consiglio regionale. Da arbitro si è trasformato in giocatore, uno di quei giocatori che non disdegna colpi bassi. Si è messo a fare attacchi sessisti contro la sua competitor, Susanna Ceccardi, nella campagna elettorale. Ha così coinvolto nel disonore l’intero Consiglio regionale proprio perché parla da Presidente del Consiglio.
L’istituzione non può assolutamente ritrovarsi nelle parole di attacco violento nei confronti di una parlamentare europea, che si è messa a disposizione per fare una campagna elettorale sui temi e non a colpi di offese personali. Sconcertante l’utilizzo dell’aula a difesa di Giani: il Pd si è arroccato in una difesa ad oltranza per non far discutere un ordine del giorno che il Centrodestra aveva presentato sulle inqualificabili parole sessiste che il Presidente del Consiglio aveva rivolto a Susanna Ceccardi. Nessuna donna del Pd si è alzata per esprimere solidarietà alla Ceccardi.
Un altro episodio che dimostra come il Pd cerchi l’attacco personale per deviare l’attenzione sulla pochezza dei temi sui cui caratterizzare la campagna elettorale.