Lettera Aperta di Paolo Marcheschi
Fanno ridere le balbettanti frasi di rito di Giani e del Pd.
Colto un’altra volta con le mani nel sacco, stavolta di veleni, il Pd si dice garantista e fiducioso nella magistratura. E ci credo. Negli ultimi venti anni i grandi scandali, accertati, sono scomparsi nel nulla insieme ad una voragine di soldi pubblici ed alle ‘sacrosante’ attese condanne (pensiamo al buco dell’Asl di Massa, quello di Siena, i soldi spariti per la Bretella Signa-Prato, la gestione del Monte dei Paschi, i passaggi anomali degli immobili delle Asl, le nomine politiche dei vertici in sanità, le discariche che bruciano, i rifiuti e le bonifiche mai fatte tipo come quella piana di Scarlino).
Il ruolo della ‘Ndrangheta
Stavolta lo scenario mostra un innalzamento del livello della putrida commistione fra interessi e Potere Rosso in Toscana, e mostra con chiarezza i nervi scoperti di un sistema diffuso a tutti i livelli dei vertici delle Istituzioni (dai Comuni alla Regione).
Il fatto che si sia scoperto che sotto le strade della #Toscana Green, di Rossi prima, e di Giani adesso, ci siano sotterrati 8000 tonnellate di rifiuti velenosi con un giro di affari per gli ‘amici’ imprenditori di almeno 24 milioni di euro, rende ridicoli i 20.000 euro di spese elettorali dichiarate di Giani e i contributi ricevuti da Rossi.
La Politica piegata dagli interessi dei privati
Stavolta non è solo una questione di contributi elettorali dichiarati, ma lo scoperchiamento di un sistema dove la Politica e gli amministratori pubblici si sono piegati agli interessi privati. Soggetti che avrebbero non solo chiesto, ma addirittura imposto, al Presidente della Regione le nomine di alti dirigenti ‘amici’ e suggerito (ed ottenuto) la sostituzione di quelli ‘non amici’, che ostacolavano le camarille.
Adesso che anche il mito della buona sanità Toscana è crollato, non certo per la reputazione dei nostri medici o degli operatori sanitari del settore, ma per il sistema di inefficienze e favoritismi della Sinistra, non rimane nulla per difendersi. L’opaca gestione anche dell’emergenza pandemica, nello scandalo dei milioni di soldi pubblici spesi per mascherine dannose, per l’acquisto ed il pagamento di ventilatori mai arrivati, per una campagna vaccinale all’insegna dei furbetti, sono stati solo gli ultimi segnali del crollo del mito della Toscana felix. E’ la pietra tombale di un ideale di sinistra, auto incensata di arrogante ‘superiorità morale’, che da decenni cela intrighi ed interessi non solo politici.
Le nostre denunce: da Dirigentoli al Dossier Potere Rosso
In tutto questo schifo, rifiuto categoricamente la generalizzazione del Male della Politica. Alcune testate con i loro articoli ‘ipocriti’ puntano il dito verso “il sonno”, se non addirittura alla connivenza dell’opposizione. Da politico di opposizione, questo mi offende profondamente e dimostra non solo malafede, ma anche coda di paglia di chi lo scrive. Io ho la coscienza a posto, non ho dormito in questi anni, nemmeno ho fatto finta di non vedere. Ho sempre denunciato questo sistema di intreccio tra affari e politica nella Toscana, il Dossier ‘Potere Rosso’ con tanto di nomi e cognomi e l’inchiesta Dirigentopoli ne sono una prova.
L’intreccio Politica ed Affari in Toscana
Il punto è che troppo spesso in questi anni, certa Stampa non ha ascoltato quando mandavamo materiale per approfondire; certa Stampa tacciava come mera polemica politica notizie che, a nostro avviso, ledevano non solo il buon andamento, ma la trasparenza della pubblica amministrazione. Per la stampa Toscana, salvo rare rarissime eccezioni, l’opposizione è sempre stata inadeguata a prescindere da cosa veniva detto. Certa Stampa nonostante le numerose denunce che abbiamo fatto alla Corte dei Conti ed alle Procure, le tante risposte quasi offensive degli Assessori ai nostri atti, i trucchetti, sempre denunciati, per presentare emendamenti a sorpresa in aula senza il parere di legittimità, così che nessuno si assumesse la responsabilità, ci ha praticamente sempre snobbato.
E adesso, sono io a fare una domanda a loro: vedevamo fantasmi noi? Oppure troppi facevano finta di non vedere? E facevano finta che la questione non fosse rilevante?
Cara Stampa, non era necessaria l’Andrangheta per farvi scrivere che in Toscana la gestione del potere è un sistema mafioso. Ma senza l’Andrangheta anche oggi probabilmente avreste ignorato o derubricato a ‘mera opposizione strumentale’ le nostre interrogazioni, le nostre inchieste puntigliose portate avanti in un mare di atti nascosti da alcuni dirigenti pubblici omertosi e nominati per rendere opache queste ricerche. Ricerche, ed inchieste, lasciatemelo dire, che non dovrebbe fare solo chi sta all’opposizione, ma anche un giornalismo in cerca di verità. Perché la mafia ha trovato terreno fertile in Toscana? Perché ha fatto breccia nelle Istituzioni? Domande a cui sarebbe stato facile trovare risposte, anche senza le indagini dell’antimafia. Bastava fare ricerche ed avere poi il coraggio di scriverle sui giornali.
Al Sud le mafie eleggono sindaci, fanno nominare persone ‘amiche’ nei posti chiave. In Toscana, questo sistema negli anni non era mai apparso con la stessa chiarezza, ma adesso sì. Le infiltrazioni sono evidenti ed allora sarebbe necessario verificare se ci sono gli estremi per un commissariamento.
Probabilmente, anche stavolta, il Pd non avrà un sussulto di dignità e difenderà l’indifendibile, è necessario quindi che l’Istituzione Regione prenda le dovute misure di salvaguardia del sistema amministrativo in materia di trasparenza ed anticorruzione.
L’ombra stavolta è troppo pesante.
Non basta far rotolare una testa, o qualche testa.
E’ necessario ed opportuno un commissariamento ed una sospensione di tutti i livelli dirigenziali regionali. Stavolta anche chi c’era e ha fatto finta di non vedere, o chi c’era e si è voltato dall’altra parte non può essere lasciato al proprio posto. Deve scattare l’autotutela per l’Amministrazione e per la dignità di ogni singolo Dirigente.
Ne va della salute e della credibilità delle Istituzioni, che è cosa ben diversa da quella del Pd.
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