” ‘NDRANGETA, MAXI INCHIESTA IN TOSCANA: INDAGATI IL CAPO DI GABINETTO DEL PRESIDENTE GIANI E UN CONSIGLIERE REGIONALE DEL PD “
Dopo le accusa di corruzione per il Capo di Gabinetto della Giunta regionale Toscana nella vicenda di malaffare dove ha avuto un ruolo anche l’Andreangheta, non possiamo che aspettarci da parte del Presidente della Regione Toscana la revoca immediata del suo Capo Gabinetto.
Le risposte che invece Giani ha fornito, tramite stampa, in merito all’avvio dell’iter di revoca della nomina del suo Capo di Gabinetto sono veramente ridicole. Un tentativo di minimizzare una vicenda gravissima e senza precedenti, che è la spia di un problema enorme. Stavolta l’ombra sull’intreccio tra politica e malaffare è grave, troppo grave.
Il condizionamento, se non l’imposizione, di interessi privati nelle Istituzioni emergono con evidenza dall’inchiesta. Altro che ferie o fantasiose ritiro delle deleghe, Eugenio Giani deve firmi il decreto di revoca al suo Dirigente. Non firmandolo lascia pensare che non può e non se la sente.
Giani dica chiaramente se qualcuno gli ha imposto di non licenziare il suo Capo di Gabinetto o se non ritiene di doverlo licenziare, scegliendo deliberatamente di NON difendere la trasparenza ed il buon andamento della Regione in quanto Istituzione pubblica e l’operato dei suoi dirigenti onesti.
Corruzione e ‘Ndrangheta, un ‘ ombra troppo grave: Giani tuteli la trasparenza della Regione Toscana. Revochi l’incarico al suo Capo Gabinetto
La legge regionale sull’ordinamento del personale è chiara: “il contratto può essere altresì risolto in qualunque momento da parte del Presidente (..) in tale caso il dipendente cessa immediatamente il proprio servizio” (art. 42 c.2 della L.R 1 /2009 ).
Il Capo di gabinetto della Regione non ha deleghe (come letto su alcuni giornali), si occupa della Segreteria Politica del Presidente, delle relazioni interne ed esterne. La sua è sostanzialmente una nomina fiduciaria e “può essere rimosso in ogni momento (art.42 L.r. 1/2009). E’ cosa ben distinta dal Direttore Generale che coordina la macchina amministrativa ed è figura di raccordo con gli uffici regionali. Qualora Giani volesse attribuire al Direttore Generale funzioni particolari di rilievo istituzionale deve farlo non a parole, ma con un decreto per stabilire le ulteriori competenze. Che non mi risulta abbia fatto. La Pubblica Amministrazione parla con gli atti, non con i comunicati stampa.
Giani abbia il coraggio e si assuma le proprie responsabilità, dimostri di essere trasparente e libero nella difesa degli interessi pubblici.
Il ragionevole dubbio: scriverò al Prefetto
Il dubbio che in Regione ci siano altri Dirigenti complici, che hanno fatto finta di non vedere, va fugato subito con grande fermezza. Le accuse sono pesantissime e non coinvolgono le singole persone o il Pd, ma la credibilità e l’imparzialità dell’Istituzione Regione Toscana, e potrebbero scatenare un effetto domino. Considerato che il Commissariamento, previsto per gli enti locali, non è previsto per la Regione, scriverò al Prefetto per capire quali misure sia opportuno mettere in atto per tutelare la Pubblica amministrazione ed i cittadini dal rischio di infiltrazione mafiosa nella Regione.
Paolo Marcheschi
dirigente Nazionale Fratelli d’Italia
Ex Presidente Fdi Gruppo consiliare Regione Toscana